Il percorso degli arcani maggiori dei tarocchi può essere ricondotto ad una vera e propria evoluzione dello spirito umano, un’autentica crescita spirituale, attraverso l’aumento della consapevolezza e delle energie che entrano in gioco e  che si apprende poco a poco ad integrare e utilizzare.
Ciò che è necessario tenere sempre presente è che, per quanto le energie di alcuni arcani possano essere in un certo senso polarizzate verso il versante “positivo” (piuttosto che “negativo”), tutti questi archetipi sono in realtà completi, ovvero, hanno in sé entrambi i lati: sia luce, che ombre.




Ecco il numero 1, ecco il “primo uomo sulla luna”, ecco l’artefice del proprio destino. Tutto può, questo mago, se solo opera con lo strumento giusto.
Se osserviamo la carta notiamo che è davanti ad un tavolo, come se stesse studiando e sperimentando; il suo sguardo è rivolto al passato (la carta precedente è idealmente quella del matto, che gli ha insegnato a darsi un obiettivo, a costruirsi una strada, a seguire il cuore ma a portarsi dietro la testa), eppure una delle sue mani è alzata verso il lato destro della carta, la posizione del futuro.


A ben guardare, in quella mano stringe un oggetto dalla forma allungata. La riconoscete? Proprio quella, una bacchetta. E che cos’è una bacchetta, per un mago, se non l’apice della sua energia, ben canalizzata? La punta acuta della sua mente che incanala un’idea e la fa scaturire, generandola nel mondo.
Tutto ciò che pensa può essere realizzato.
Chiamatela magia, legge dell’attrazione, convinzione, volontà, coraggio, azione oculata… pur sempre, si tratta di una spinta energetica che trova finalmente una forma particolare. Se prima, con il matto, l’energia potenziale non aveva una direzione specifica, ora il mago ha costruito la sua bacchetta proprio per incanalare questa energia un punto preciso.
Il Mago può ricordarci che di fronte a noi, sul tavolo, esistono numerosi oggetti che possono essere al caso nostro, ma serve sempre sapere riconoscerli e usare nel modo corretto.
Il risvolto negativo del matto, infatti, sta nella difficoltà di azione, nell’esitazione: avere la possibilità di agire come si vuole per ottenere ciò che ci si prospetta, può essere spaventoso e difficile da fronteggiare. Non solo, quando il coraggio e la volontà non vacillano, a volte può comunque essere difficile riconoscere il giusto mezzo da utilizzare per operare nel mondo. È meglio parlare, o prima ascoltare? È giusto affrontare l’ostacolo, o aggirarlo? Bisogna rincorrere, o attrarre?
Il Mago può anche alludere alla necessità di osservare il nostro stesso modo di porci di fronte alla situazione? Siamo davvero così potenti, o ci sentiamo onnipotenti? Ci stiamo illudendo? Riflesso in quello specchio, c’è forse un prestigiatore, un truffatore, che non ha ancora abbastanza coscienza e consapevolezza di se stesso e della sua situazione per poter agire nel modo corretto?


Cosa ci racconta il mago? Poniti un chiaro obiettivo, e agisci.


Ma cosa ci insegna, la sua esperienza? Per agire efficacemente, devi conoscere a fondo te stesso e la situazione attuale, così come quella che vorresti creare. La consapevolezza è necessaria all’azione in grado di cambiare gli eventi; altrimenti, tutto si ripete.


Buon proseguimento.




Lucia  G.






A cura di Il Percorso Profondissimo