Il percorso degli arcani maggiori dei tarocchi può essere ricondotto ad una vera e propria evoluzione dello spirito umano, un’autentica crescita spirituale, attraverso l’aumento della consapevolezza e delle energie che entrano in gioco e che si apprende poco a poco ad integrare e utilizzare. ( https://ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2016/02/percorso-psico-spirituale-dei-tarocchi.html )
Ciò che è necessario tenere sempre presente è che, per quanto le energie di alcuni arcani possano essere in un certo senso polarizzate verso il versante “positivo” (piuttosto che “negativo”), tutti questi archetipi sono in realtà completi, ovvero, hanno in sé entrambi i lati: sia luce, che ombre.
Se il Mago (https://ilpercorsoprofondissimo.blogspot.it/2016/02/percorso-psico-spirituale-dei-tarocchi_28.html) insegna ad agire, lo fa solo in seguito ad una profonda osservazione della situazione: deve vagliare gli oggetti riposti sul suo tavolo prima di canalizzare la sua energia dalla mente alla punta della sua bacchetta, facendo scaturire il suo atto onnipotente nel mondo.
E così il passo suggerito dalla Sacerdotessa è proprio quello di riflettere e osservare. Le sacerdotesse di Vesta e delle divinità delle antichi culti, erano ragazze vergini, che non avevano “agito” nel mondo materiale la loro energia femminile e creatrice, perché, piuttosto, la esprimevano interiormente e sul piano spirituale. Una sacerdotessa, pertanto, è votata alla “non azione”, all’ introversione, alla riflessione e alla ricettività totali: si potrebbe dire che la Sacerdotessa è in perenne stato di meditazione. In questo senso potremmo riconoscere nell’ energia della “Papessa” una intensa polarità YIN, energia femminile avulsa da quel pizzico creativo dello Yang.
Lo Yin è certamente un’energia volta alla creazione, in quanto femminile, ma senza il giusto apporto dello Yang, essa non riesce a espandersi e continua all’ infinito la sua ideale gestazione. In fondo, il ruolo della Sacerdotessa è proprio quello di contenere, rimanere ferma, come una coppa, e farsi riempire dalle energie del mondo, che in lei e attraverso di lei, si amplificano e trovano senso. La Papessa è quindi un canale che si lascia attraversare, e non è interessata all’azione o alla costruzione nel mondo, ma solo alla conoscenza di se stessa, della sua ricettività, e delle informazioni celesti che riceve.
Sarà il compito della donna che si fa Imperatrice, quello di alimentare la scintilla YANG esistente nel polo Yin di quella femminilità che porta in comune con la Sacerdotessa. Ne consegue che l’Imperatrice abbia fatto un passo in più nel percorso evolutivo (psico-spirituale), rispetto alla donna “consacrata”, che la precedeva, e per questo si può dire che essa voglia e sappia effettivamente “creare” nel mondo.
L’imperatrice è la donna fecondata, o perlomeno fertile e predisposta alla germinazione: lei porterà a compimento la sua gestazione, premurandosi tanto di ricevere quanto di donare qualcosa all’ Universo.
L’Imperatrice è dunque quasi sempre associata alla primavera, alla nascita delle gemme (da intendersi progetti o successi, ma anche di figli in carne ed ossa), mentre la Sacerdotessa è da associarsi piuttosto all’ inverno, al seme covato sotto la coltre di neve. Inoltre, la Sacerdotessa è spesso una donna fredda, introversa e razionale, volta alla riflessione e poco propensa all’ apertura verso gli altri: lei studia per sé stessa, per il suo benessere interiore e per migliorare la sua connessione con la divinità (che è sia fuori che dentro di lei). Per queste ragioni non è raro che la “Papessa” possa indicare, per donne sole, la loro stessa solitudine e lontananza dal mondo maschile, dalle relazioni con le “energie Yang”; eppure, vista la sua natura di donna “consacrata e sposata a Dio”, quasi sempre i tarocchi segnalano la presenza di una donna (più spesso una “terza” persona) “legata” -ossia sposata- a qualcuno, proprio attraverso l’archetipo della papessa. L’imperatrice, invece, è più spesso associata ad una donna estremamente femminile, conquistatrice, in grado di attrarre e far muovere la polarità Yang; e proprio da questa collaborazione, tesa verso l’equilibrio degli opposti/complementari, ne nascerà il futuro.
Non dobbiamo però pensare alla Sacerdotessa come ad un’energia completamente negativa, perché tendenzialmente fossilizzata e non creativa, così come non andrebbe ritenuta completamente positiva l’energia più fluida e fertile dell’Imperatrice.
Quest’ultima infatti rischia azioni troppo dispotiche, non abbastanza ragionate, azzardate e affrettate, con tutti i rischi di una nascita prematura…
La papessa invece può riconnetterci al nostro profondo Sé e ai desideri dell’Anima. La sua capacità da veggente e sensitiva può farci ritrovare la strada per l’Uni-verso, appoggiando il lavoro di studio della situazione iniziato dal Mago, davanti al suo banco.
La Sacerdotessa ci esorta dunque alla meditazione più autentica e profonda: un lungo stato di silenzio capace di metterci in connessione con ciò che siamo e di cui abbiamo bisogno, qui ed ora.
Il passo successivo, proposto dall’ imperatrice, è quello di esprimere se stessi e la consapevolezza maturata durante questo processo di gestazione meditativa, come a voler dire:
Buon proseguimento.
Lucia G.
A cura di Il Percorso Profondissimo