Il percorso degli arcani maggiori dei tarocchi può essere ricondotto ad una vera e propria evoluzione dello spirito umano, un’autentica crescita spirituale, attraverso l’aumento della consapevolezza e delle energie che entrano in gioco e  che si apprende poco a poco ad integrare e utilizzare.
Ciò che è necessario tenere sempre presente è che, per quanto le energie di alcuni arcani possano essere in un certo senso polarizzate verso il versante “positivo” (piuttosto che “negativo”), tutti questi archetipi sono in realtà completi, ovvero, hanno in sé entrambi i lati: sia luce, che ombre.


Come abbiamo già potuto osservare, il percorso dell’energia spirituale e della consapevolezza si snoda da un atto creatore, spesso caotico, ma deciso a darsi forma seguendo solo la propria intuizione (personificato dal Matto), a una canalizzazione verso l’azione concreta resa possibile dalla mente (simboleggiata dal Bagatto e dalla sua bacchetta magica). Il passo però suggerito dal livello seguente è quello di meditare, riflettere un attimo, il tempo di conoscere meglio se stessi e i presupposti delle proprie azioni, al fine di poter dire di aver agito con reale consapevolezza; dopodiché, l’energia statica e introflessa della Papessa può ulteriormente trasformarsi e scaturire verso l’esterno, colorando il mondo e portando la primavera.
Cosa arriva dopo? Sicuramente l’estate.
Al passo successivo osserviamo la maturazione di quei frutti che prima, sotto l’albore dell’energia femminile dell’Imperatrice, erano gemme in grado di attrarre a sé insetti impollinatori e l’ammirazione generale. Finalmente è giunta l’ora di godere dei propri frutti!


A questo punto, perciò, prende forma il trono dell’Imperatore, l’uomo colto e benestante, spesso di mezza età (l’estate è la terza stagione che incontriamo, su 4, considerando che siamo partiti dall’inverno simboleggiato dalla Papessa). L’imperatore, con la sua posizione fiera, sulla sua sedia d’oro e il suo lungo scettro nelle mani, osserva i suoi campi e il lavoro di mietitura che si sta svolgendo, fiero del suo reame, del suo regno, della sua casa. Immaginerete dunque che l’Imperatore simboleggia un’energia Yang del tutto complementare a quello della principessa che lo precede: un’energia estremamente attiva e penetrante, impostata sul comando e sugli ordini da (far) eseguire, desiderosa di azioni chiare e precise, bramosa di risultati concreti. Non è raro infatti che la persona rappresentata dall’imperatore sia un uomo talmente  serio da essere capace di sfociare nella rigidità e nel dispotismo. A lui non interessano le parole, tantomeno quelle degli altri: lui anela alla stabilità data dalla certezza e dalla concretezza del lavoro e dei fatti più pragmatici, sfociando purtroppo non di rado nella chiusura mentale e nella rigidità delle forme: la poca apertura, delle finestre interiori, non permette il ricambio dell’aria, non smuove il flusso energetico: la situazione “stagna”.
Il cambiamento è rappresentato dal Papa. Il sacerdote che giunto alla senilità, ha spostato la sua attenzione dai frutti del mondo materiale a quelli del mondo spirituale. Il Papa cambia posa e non osserva più le conseguenze delle sue azioni passate, ma guarda verso il futuro perché sa che ogni esperienza ed incontro che farà potranno insegnare qualcosa della sua lunga esperienza a qualcuno, tramandando nel futuro le sue conoscenze e tradizioni.



Dopo essere stato Imperatore, spesso così rigido e dispotico, cosa può avere da insegnare il Papa?
Ha da raccontare che tutti i segreti del mondo concreto, sono l’espressione e lo specchio di quello spirituale. La legge del raccolto “chi semina raccoglie”, ad esempio, è la legge del karma: una ruota che gira, proprio come quelle dei carri trainati dai buoi.
Dunque, la dote del Papa è certamente la capacità di riflessione basata sull’osservazione del mondo, e la missione di quest’uomo saggio è la diffusione di questo antico sapere, che parte dall’esperienza.
“Veniamo al mondo per sperimentare”, rammenta il sacerdote, benedicendo il capo dei suoi allievi, forse nell’atto di unirli in matrimonio. In questo senso, questo arcano, che possiamo idealmente contrapporre a quello della Papessa è una figura perfettamente contrapposta a lei. Lei, così chiusa, si isola dal mondo ricercando la solitudine per riflettere su di sé e conoscere il suo posto nel mondo; lui, aperto agli altri e alla loro celebrazione, è in totale apertura verso i loro volti e trae le sue sagge conclusioni osservando ciò che lo circonda.
D’altro canto, non è difficile immaginare che l’esperto uso della retorica di quest’uomo possa illudere le genti. L’ombra di questo arcano sta probabilmente nella bugia e in una comunicazione non autentica, o ancora, in un insegnamento mal interpretato.
Le parole del Papa sono sempre “Guardate il mondo: sperimentate per imparare”, un po’ come il verbo di Buddha, che disse: “non credere a nulla di quel che ti dico, sperimentalo”; pertanto, qualsiasi guru, qualsiasi esperto voglia diffondere la sua idea con l’intento di convincere i suoi allievi va più che mai temuto.


Cosa ci insegna l’Imperatore? Che i fatti del mondo concreto saranno le nostre solide basi. E che per ogni seme piantato, riceveremo di conseguenza, a prescindere dalle nostre conoscenze sulle Leggi karmiche.
E cosa ci insegna invece il Papa? Che è prima di tutto dalla nostra esperienza che possiamo (e dovremmo) imparare. Pertanto dovremmo sempre mantenere un atteggiamento da attenti osservatori, insegnando agli altri i modi con cui apprendere, e non che cosa scoprire; anche perché solo le nuove scoperte portano ad evoluzione. Il segreto che il Papa serba nelle sue membra rovinate dalla terra e dalle esperienze è in fondo quello del motivo stesso dell’incarnazione.


Buon proseguimento di  questo Percorso Profondissimo insieme!




Lucia G.



A cura di Il Percorso Profondissimo