Che cos’è la psicomagia?

 

Jodorowsky ha dato nome e metodo a qualcosa di diffuso forse sin dalle origini dell’uomo. Jodorowsky quindi si rifà alle teorie psicologiche sull’inconscio di Freud e Jung, alle pratiche sciamaniche di guarigione e ai rituali religiosi, collegando questi approcci con l’idea di portare guarigione nella vita delle persone e aiutarle a superare blocchi ed eredità del proprio albero familiare.


“La psicomagia consiste nel dare consigli per risolvere problemi, applicando in modo non superstizioso le tecniche della magia. Gli elementi sui quali si fa affidamento sono tutta una serie di atti simbolici che possono essere proposti a una persona. La prima cosa di cui dobbiamo essere coscienti è che, quando una persona ha un problema, bisogna introdurla nel suo problema, affinché ne sia consapevole. È necessario portarla al limite del suo problema, non allontanarla subito, ma metterla di fronte alle sue paure. Dopo aver superato tutto ciò, l’angoscia sparisce e la persona può risalire. Se qualcuno ha paura di qualcosa, bisogna metterlo di fronte a questa paura. Non c’è niente di originale in questo: bisogna mettere la persona di fronte alla sua angoscia. A partire da questo punto, ci sono metodi concreti per aiutarla. Nel caso in cui una persona abbia sofferto per tutta la via, l’unica cosa che si può fare è lasciarla morire e farla rinascere un’altra volta. Questo avviene per via metaforica, per esempio cambiandole il nome e facendole un nuovo biglietto da visita”. [Psicomagia © Feltrinelli 1999].


Il concetto base è che il malessere (del corpo o della testa) ha spesso radici nella nostra parte profonda e inconscia, che non parla il linguaggio razionale e logico che ci è familiare.

Nella psicoterapia queste conoscenze solo state utilizzate soprattutto per cogliere i messaggi che dall’inconscio arrivano in superficie interpretando i sogni notturni, ad esempio e studiando gli archetipi o la divinazione (tarocchi, carte, I-Ching) che aiuta a staccare la mente e ascoltare l’intuito. Questi mezzi possono portare spunti preziosi su cui poi lavorare e stimolare riflessioni e insight importanti…

Questo tipo di comunicazione però è a senso unico: dall’inconscio al conscio.

La psicomagia quindi prevede il compiere azioni simboliche per comunicare con l’inconscio.

L’idea è che spesso  la consapevolezza resta solo nella parte razionale della testa e però il messaggio non viene ricevuto dall’inconscio che, silenziosamente, continua a influire sui pensieri e comportamenti. 
 

Per farlo, si prende ispirazione dallo sciamanesimo e dai rituali che utilizzano in maniera consapevole i simboli. In pratica è un po’ come se facessi un sogno lucido: stai usando la stessa logica e lo stesso linguaggio (come il surrealismo e la poesia), ma in modo attivo.
Passi così da fantasie e sogni ad azioni concrete, fatte nella realtà ordinaria, ma portatrici di un significato che va oltre. Si utilizzano spesso oggetti carichi di significati universali (la cenere, il miele, le uova) o soggettivi (una foto, un indumento, un oggetto personale). Dal punto di vista razionale, l’azione che si compie sembra senza senso o superstiziosa, mentre in realtà sta lavorando a livello inconscio dentro di te seguendo la logica simbolica e creativa.

Esempi di atti psicomagici: una persona parlava a Jodorowsky dei propri problemi economici, dicendogli che non aveva mai un soldo in tasca. Jodorowsky gli chiese semplicemente di incollare alle proprie scarpe due monete, in maniera tale che camminando si potesse sentire il tintinnio delle monete sulla strada. A un ragazzo, orfano del padre, la cui figura, idealizzata e severa, continuava a inficiarne la vita, chiese di bruciare una foto del padre, gettando le ceneri in un bicchiere di vino, e quindi di berlo. Con la psicomagia quindi puoi creare un dialogo tra conscio e inconscio e rimanere a cavallo tra scienza e intuito. La parola simbolo in origine indica proprio il mettere insieme due pezzi separati di una stessa cosa. La psicomagia riescirebbe quindi a riunire le due diverse nature del nostro cervello.

Nel libro “La danza della realtà” Jodorowsky racconta di come si rivolse a lui e alla psicomagia per curarsi dalla depressione Vittorio Gassman che però si rifiutò di compiere il gesto psicomagico proposto da Jodorowsky , ovvero un complesso rituale in cui doveva sgozzare un gallo sulla tomba della madre, dicendogli “ma io non posso. Io sono Vittorio Gassman”. Per Jodorowsky era quella la vera natura della depressione dell’attore, il dover “portare” un nome come un’etichetta.  Come invertire la rotta delle nostre paure ed estirpare il malessere?



Come sempre, non vedo l’ora di rispondere ai vostri commenti e domande di seguito.

 

Dott.ssa Verdiana Cilona

 

 

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Immagini tratte dal film “la Danza della realtà”

Fonti:
https://tonym3.wordpress.com/2015/06/22/psicomagiaalejandro-jodorowsky-consejosii-corazones-de-azucar-no15
/https://ilariaruggeri.com/2017/06/psicomagia-dialogare-con-linconscio.html